Leggi le nostre ultime notizie.

News

obesita-1200x785.jpg

31/05/2021 Medicina0

Definizione:

L’obesità può essere definita come una condizione d’accumulo anormale o eccessivo

di grasso nel tessuto adiposo tale che la salute ne può essere danneggiata.

 

L’indice di Massa Corporea:

L’Indice di Massa Corporea (IMC) è comunemente usato per classificare l’obesità

negli adulti. Esso si calcola dividendo il peso in chili con l’altezza al quadrato in

metri (kg/m2).

 

Classificazione del peso in base all’IMC:

Sottopeso <18,5 Complicanze legate alla denutrizione

Normopeso 18,5 – 24,9 Normale

Sovrappeso 25,0 – 29,9 Aumentato

Obesità classe I 30,0 – 34,9 Moderato

Obesità classe II 35,0 – 39,9 Grave

Obesità classe III > 40,0 Molto grave

 

La circonferenza vita:

Il tessuto adiposo localizzato nella regione addominale è associato a un più elevato rischio per la salute di quello localizzato in regioni periferiche, come ad esempio l’area gluteo-femorale. Un individuo ha un’eccessiva quantità di grasso addominale se la sua circonferenza vita è:

Negli uomini > 102 cm

Nelle donne > 88 cm

La circonferenza vita va misurata al di sopra del margine superiore

La presenza di una quantità eccessiva di grasso a livello addominale si associa spesso a vari fattori di rischio cardiovascolari che assieme costituiscono quello che i medici chiamano “sindrome metabolica”.

 

I criteri per identificare la sindrome metabolica:

  1. Obesità addominale (Circonferenza vita)
  • Uomini >102 cm
  • Donne >88 cm
  1. Trigliceridemia>150 mg/dl
  2. HDL-Colesterolemia
  • Uomini <40 mg/dL
  • Donne <50 mg/dL
  1. Pressione arteriosa >130 / >85 mm Hg
  2. Glicemia a digiuno >100 mg/dl

La diagnosi è stabilita quando tre o più di queste condizioni sono presenti.

Nel 2008, più di 1,4 miliardi di adulti (> 20 anni) erano sovrappeso. Di questi circa 200 milioni di uomini e circa 300 milioni di donne erano obese. In generale, più di una persona su 10 della popolazione adulta del mondo è obesa.

 

Cause:

Le cause sono multiple. In generale, oggi sappiamo che il peso corporeo di un individuo è determinato dall’interazione multipla e complessa di fattori genetici, comportamentali e ambientali che agiscono attraverso la mediazione fisiologica dell’introito calorico e del dispendio energetico.

  1. Il ruolo dei fattori genetici nello sviluppo dell’obesità ha assunto un ruolo sempre più importante.
  2. Il processo di modernizzazione e di transizione economica, osservato nella maggior parte delle nazioni del mondo, ha portato a una progressiva industrializzazione e a un’economia basata sul commercio all’interno di un mercato globale. Tale cambiamento ha determinato notevoli miglioramenti nello standard di vita, ma anche alcune conseguenze negative sullo stile di vita che hanno favorito il propagarsi del sovrappeso e dell’obesità.
  3. I fattori comportamentali, influenzati dall’ambiente (incluso l’educazione e i modelli familiari) e dalla genetica, sono la causa chiave nel determinare lo sviluppo di obesità.

 

Obesità e Patologie Correlate: 

 

Numerosi studi hanno evidenziato che l’obesità si associa a un incremento di tutte le cause di morte e aumenta significativamente il rischio di alcune malattie come ad esempio il diabete di tipo 2, le patologie cardio-vascolari, i disturbi del sonno e del respiro e alcune forme di cancro.

  1. Associazione tra IMC e mortalità

L’incremento della mortalità è modesto fino ad un IMC di 30, ma quando supera tale valore è notevole (fino al 50-100% in più rispetto alle persone con un IMC).

  1. Diabete

Maggiore è il peso più elevato è il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

Rispetto alle donne con IMC < 21, il rischio di diabete di tipo2 aumenta cinque volte in quelle che hanno un IMC di 25-28, ventotto volte inquelle con IMC di 30 e 93 volte in quelle con IMC > 35. In modo simile il rischiodi diabete di tipo 2 negli uomini aumenta a partire da un IMC > 24.

Il diabete di tipo 2 favorisce lo sviluppo di numerose complicanze mediche, quali malattie renali (nefropatia diabetica), visive (retinopatia con potenziale perdita della vista), neurologiche (neuropatia periferica con rischio di sviluppare ulcere ai piedi, disfunzioni sessuali, alterazioni genito-urinare e gastrointestinali), cardiovascolari e delle arterie periferiche, ictus.

  1. Ipertensione arteriosa

Con l’incremento dell’IMC aumenta la pressione sistolica e diastolica.

  1. Dislipidemia

Aumento dei trigliceridi e del colesterolo LDL

  1. Malattie cardiovascolari

L’obesità aumenta il rischio di sviluppare gravi malattie cardiovascolari (es. angina pectoris, infarto miocardico non fatale e morte improvvisa).

  1. Cancro

Numerosi studi hanno trovato un’associazione positiva tra obesità e incidenza di certi tipi di cancro (es. endometrio, ovaie, cervice uterina, mammelle nelle donne in post-menopausa, prostata, colon, colecisti e rene). L’aumentata incidenza di cancro si pensa sia la diretta conseguenza di modificazioni ormonali e/o di una dieta ricca di grassi e povera di fibre.

  1. Steatosi epatica non alcolica

È una complicanza che affligge il 10-25% della popolazione adulta e il 58-77% delle persone affette da obesità. In un quarto dei casi si sviluppa fibrosi e necrosi infiammatoria, una grave malattia del fegato non reversibile che può anche portare alla morte.

  1. Malattie della colecisti

La colelitiasi, cioè lo sviluppo di calcoli nella colecisti, si verifica da tre a quattro volte più frequentemente nelle persone affette da obesità, rispetto a quelle normopeso.

  1. Artrosi

Nelle gravi obesità le artropatie o i dolori articolari da carico (colonna lombosacrale, anche, ginocchia, caviglie e piedi) sono molto frequenti, interessando circa l’80% dei pazienti, e costituiscono la causa più frequente di invalidità.

  1. Apnee notturne

Le apnee notturne si verificano in più del 10% degli uomini e delle donne con un IMC > 30 e il 65-75% dei soggetti con apnee notturne è affetto da obesità.

  1. Funzione mestruale, fertilità e gravidanza

L’obesità nelle donne in pre-menopausa è associata a irregolarità mestruali e amenorrea. La condizione più importante associata all’obesità addominale è la sindrome dell’ovaio policistico, condizione caratterizzata da infertilità, disturbi mestruali, irsutismo, iperandrogenismo addominale e anovulazione. La sindrome è associata a iperinsulinemia e a resistenza insulinica. L’obesità durante la gravidanza si associa a un aumento di morbilità sia per la madre sia per il bambino. Nelle donne obese gravide è stato osservato un incremento di ipertensione arteriosa e gestosi gravidica.

  1. Problemi psicologici

Le principali problematiche psicologiche osservate nei soggetti affetti da obesità, in particolare l’immagine corporea negativa, sembrano essere la conseguenza di un ambiente sociale avverso, che esercita una profonda discriminazione nei confronti di chi ha un corpo di dimensioni superiori alla media.

 

Come curare l’obesità:


coronavirus-vaccini-1200x785.jpg

31/05/2021 Medicina0

Lo sviluppo di un vaccino è un processo lungo che impiega solitamente dai sette ai dieci anni, e prevede più fasi di sperimentazione. In meno di un anno dall’inizio della pandemia da virus SARS-CoV-2, sono stati approvati già i primi vaccini contro il Covid-19. Questo eccezionale risultato scientifico è stato determinato da importanti collaborazioni internazionali e dai cospicui investimenti dei Paesi che si sono assunti il rischio economico per permettere alle aziende di sovrapporre in modo efficiente alcune fasi degli studi clinici.

L’Ente regolatore europeo ha messo a punto un processo per monitorare tutti i passi effettuati, stabilendo un livello minimo di efficacia maggiore del 50% per l’immissione dei prodotti sul mercato. Nessun passaggio, dunque, è stato saltato e nessuna sperimentazione è stata meno rigorosa. L’accelerazione imposta dall’emergenza sanitaria nulla ha tolto alla sicurezza dei vaccini.

Alcuni sono stati realizzati utilizzando la stessa tecnologia di vaccini attualmente in uso, altri adottando approcci innovativi o usati di recente contro SARS ed Ebola. Tutti sono accomunati da un unico obiettivo: produrre una risposta immunitaria utile a contrastare l’infezione dal virus SARS-CoV-2 e proteggere dalle forme sintomatiche più gravi di Covid-19.

Vediamo nel dettaglio quali sono:

  • Il vaccino Covid-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) di Pfizer/BioNTech è destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (Covid-19) nelle persone di età pari o superiore a 16 anni. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina presente su SARS-CoV-2, il virus responsabile del Covid.

Il vaccino non contiene il virus e non può provocare la malattia.

Conservato in congelatore a una temperatura compresa tra -90°C e -60°C, è somministrato attraverso due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 42 giorni l’una dall’altra.

  • Il Covid-19 Vaccine Moderna di Moderna Biotech è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (Covid-19) nelle personea partire dai 18 anni di età. È il secondo vaccino autorizzato da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) in Italia.

Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina presente su SARS-CoV-2, il virus responsabile del Covid-19. Questo vaccino non contiene il virus e non può provocare la malattia.

Il vaccino è somministrato in due iniezioni, ciascuna di 0,5ml, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di 28 giorni l’una dall’altra.

Il vaccino è conservato a temperature comprese tra -15 e -25 gradi, ma è stabile tra i 2 e gli 8 gradi per 30 giorni se la confezione rimane integra.

  • Il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca è indicato per le persone dai 18 anni in su. Con circolare del 7 aprile 2021 il Ministero della Salute raccomanda l’uso preferenziale nelle persone dai 60 anni in su.

È progettato per preparare il sistema immunitario a identificare e contrastare il coronavirus (SARS-CoV-2) responsabile della malattia Covid-19. Si definisce vaccino a vettore virale perché utilizza un virus per portare all’interno della cellula le istruzioni per produrre la proteina presente sulla superficie del coronavirus.

Più in dettaglio, il vettore è una versione modificata dell’adenovirus di scimpanzé che non è in grado di replicarsi, ma consente la sintesi della proteina spike di SARS-CoV-2. In questo modo il sistema immunitario si attiva contro questa proteina e produce gli anticorpi che proteggeranno la persona che entra in contatto con il coronavirus.

Il tipo di tecnologia utilizzata in questo vaccino è già stata testata con successo ed è utilizzata nella prevenzione di altre malattie.

È somministrato in due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 12 settimane l’una dall’altra. È necessario conservarlo in frigorifero a una temperatura compresa tra 2°C e 8°C e non va congelato.

  • Johnson & Johnson

Il vaccino Janssen di Johnson & Johnson è indicato per le persone dai 18 anni in su. Con Circolare del 21 aprile 2021 il Ministero della Salute raccomanda un uso preferenziale del vaccino nelle persone dai 60 anni in su.

È progettato per preparare il sistema immunitario a identificare e contrastare il coronavirus (SARS-CoV-2) responsabile della malattia Covid-19. Si definisce vaccino a vettore virale perché utilizza un virus per portare all’interno della cellula le istruzioni per produrre la proteina presente sulla superficie dei coronavirus.

Il vettore è basato su adenovirus umano di tipo 26 che non è in grado di replicarsi, ma consente la sintesi della proteina spike di SARS-CoV-2. In questo modo il sistema immunitario si attiva contro questa proteina e produce gli anticorpi che proteggeranno la persona che entra in contatto con il coronavirus.

Questo vaccino non contiene adiuvanti, conservanti, materiali di origine animale o tessuto fetale.

A differenza dei vaccini approvati finora, prevede una singola dose, iniettata solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio.


© 2021 Primary Care | Soc. Coop. A R. L. P.IVA 03445960960